Pastori a processo, manifestare pacificamente non può essere reato

Oggi, mercoledì 29 Marzo, si svolgeranno nel Tribunale di Nuoro due dei processi che vedono imputati alcuni pastori sardi che nel febbraio 2019 manifestarono democraticamente contro il basso prezzo del latte. L’accusa è quella di blocco stradale, reintrodotto alcuni mesi prima con il decreto sicurezza voluto dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini.

ProgReS esprime solidarietà ai pastori imputati, che insieme a migliaia di persone manifestarono pacificamente.

Le lotte dei lavoratori per ottenere condizioni di lavoro e di vita migliori sono lotte per il progresso sociale ed economico di tutti noi e questo processo è fortemente simbolico in quanto lo Stato italiano pretende di esercitare la sua potestà punitiva usando come capro espiatorio alcuni pastori, selezionati accuratamente, per tentare di intimidire chi lotta per i propri diritti e per scoraggiare possibili manifestazioni future. Si riesumano leggi ideate per reprimere il dissenso e si pretende di risolvere in tribunale quelli che sono problemi sociali e politici.

Manifestare pacificamente non può essere reato. Solo uno Stato autoritario, antidemocratico e incapace di trovare soluzioni frappone i poliziotti antisommossa al popolo che rivendica i suoi diritti e protesta per le ingiustizie che subisce.

La maggioranza dei sardi in quei mesi ha sostenuto, anche solo idealmente, le ragioni delle proteste e ha condiviso le rivendicazioni dei pastori. Condannare alcuni di loro potrà dar sfogo alla solita reazione dello Stato italiano contro il nostro Popolo ma non fermerà la sete di giustizia sociale che anima la testa e i cuori degli abitanti di questa terra.

Fonte articolo helis.blog – aperiòdicu republicanu sardu 

Condividi: